Come è messa la giustizia a Reggio Emilia?
Vediamo insieme per punti-chiave i diversi ambiti di interesse.
Tribunale
Partendo dal carico di lavoro della Procura, del Tribunale e dell’avvocatura reggiana, la situazione probabilmente non è diversa da quella di altri capoluoghi italiani, con un sovraccarico di lavoro per gli uffici, tempi lunghi di giudizio e risorse sempre più limitate, le quali rischiano di mettere a dura prova il corretto funzionamento del sistema giudiziario. Gli avvocati, da parte loro, affrontano sfide simili, lavorando in un contesto che richiede non solo competenza legale in ambito multidisciplinare, ma anche capacità di adattamento a un sistema legislativo in evoluzione e sempre più improntato alla rieducazione del reo attraverso misure non detentive.
Sicurezza e tutela della legalità
Secondo i dati di un sondaggio effettuato ad ottobre 2023 dall’Agenzia BiDiMedia, il 56% dei reggiani ritiene che il problema più urgente, su cui la città dovrebbe intervenire con maggior rigore, sia la tutela della sicurezza pubblica, pur essendo diminuito il numero di denunce all’Autorità Giudiziaria. La percezione di sicurezza infatti non passa necessariamente dal numero di assoluto di reati, ma soprattutto dalle modalità e tempi di risposta alle emergenze da parte degli operatori di polizia, dalle misure di prevenzione del crimine (soprattutto nelle aree di maggior pericolo) e dalla risposta giudiziaria ai reati, la quale avviene spesso a molti mesi, se non anni di distanza dai fatti.
Mafie
Inchieste e processi hanno dimostrato il radicamento di alcune cosche di ‘ndrangheta a Reggio Emilia. C’è sempre il rischio di infiltrazioni nell’economia sana della provincia, anche per la complicità dei cosiddetti “colletti bianchi”. Cercheremo di capire qual è la situazione allo stato attuale.
Carcere
Afflitto, come molti altri penitenziari, dal sovraffollamento e con personale sotto organico, recentemente balzato al centro delle cronache per il pestaggio di un detenuto tunisino. Il sovraffollamento carcerario ha portato l’Italia ad essere più volte condannata a livello europeo per non aver garantito trattamenti umani ai propri detenuti: si veda ad esempio la sentenza Sulejmanovic c. Italia del 16 luglio 2009 o Torreggiani e altri c. Italia dell’8 gennaio 2013 pronunciate dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo – CEDU – che ha definito il fenomeno come “un problema sistemico risultante da un malfunzionamento cronico proprio del sistema penitenziario italiano.“
L’evento si svolgerà Sabato 16 Marzo alle 10.00 ai Chiostri di San Pietro in via Emilia San Pietro 44c, a Reggio Emilia.
Oltre all’europarlamentare Sabrina Pignedoli, interverranno Pina di Credico, avvocato penalista membro dell’Ordine degli avvocati di Reggio Emilia, Francesca Bertolini, Garante diritti detenuti Comune di Reggio Emilia, e Aldo Aragiusto, segretario generale provinciale Reggio Emilia Siulp.
L’evento sarà moderato dalla giornalista della Gazzetta di Reggio Serena Arbizzi.
Andrò volentieri ad ascoltare i relatori di questa iniziativa, il tema della giustizia a Reggio Emilia deve interessare di più la politica.
L’iniziativa è organizzata dal Gruppo dei Non Iscritti al Parlamento Europeo, l’Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia rilascerà dei crediti formativi per la partecipazione.