Bambini esclusi dai nidi a Reggio Emilia

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Bambini esclusi dai nidi a Reggio Emilia

Il Comune di Reggio non permetterà alle famiglie dei bimbi nati tra il 1 giugno e il 30 settembre 2023 di iscriversi agli asili, sospendendo momentaneamente il cosiddetto “Bando Piccolissimi”. Una decisione grave, anche perché arriva a novembre, e mette in enorme difficoltà le famiglie che puntavano a inserire i loro piccoli nelle strutture, e che ora dovranno trovare soluzioni alternative, con tutte le complicazioni economiche, lavorative e personali che questo comporterà.

L’Istituzione Scuole e Nidi d’Infanzia il Comune si è giustificata parlando di lunghe liste d’attesa per i nati dal 2021 al 31 maggio 2023, e con l’avvio di cantieri con fondi del Pnrr che comporteranno una riorganizzazione degli spazi e una riduzione delle capienze.

Reggio Emilia, la città delle persone, la città che si fa vanto da decenni della propria rete educativa, non è in grado di gestire una situazione simile? E lo comunica solo ora? Non è accettabile. I bimbi vengono discriminati in base alla data di nascita, e in questo modo si toglierà a molti cittadini di domani la preziosa esperienza dell’asilo nido. Le famiglie coinvolte non sanno come affrontare il problema, a novembre, e certo non si favorisce la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Anzi si costringeranno molti genitori a fare ulteriori sacrifici, economici e di tempo. Per chi potrà permetterselo.

Le alternative non sono nemmeno state cercate. Come chiediamo da tempo, è necessario convocare l’assemblea dei sindaci, per capire se nei Comuni limitrofi vi siano posti liberi per i bimbi esclusi, e dare una risposta alle famiglie. E, visto che come Comune le sosteniamo ogni anno con centinaia di migliaia di euro, non è stata chiesta disponibilità e collaborazione alle scuole private e paritarie? Per capire se vi fossero posti o margine per nuove sezioni?.

Tutto questo accade pochi mesi dopo lo stato di agitazione che ha mobilitato i dipendenti del Comune proprio per la volontà di privatizzare due scuole d’infanzia. Una lezione che non è servita, a quanto pare. A Reggio serve più attenzione, quando si ragiona sull’infanzia e sulle scuole. Troppe famiglie ora sono in difficoltà.

La scelta della maternità, soprattutto nelle donne lavoratrici, è spesso condizionata dalla stabilità lavorativa e dalla rete di supporto che si ha intorno a se.

“Il metodo educativo emiliano Reggio Approch, che mette al centro i diritti e le esigenze di sviluppo del bambino, è considerato l’eccellenza educativa prescolare per antonomasia e la lettera pubblicata sul suo sito l’Istituzione Nidi e Scuole d’infanzia del Comune in merito, alla mancata apertura delle iscrizione per i piccolissimi cade sulle famiglie come una doccia fredda. Attualmente uno dei temi più discussi è la denatalità ma, non si attuano delle vere politiche di contrasto che la determinano. Ancora oggi vi è una concezione culturale diffusa che un figlio sia responsabilità, quasi esclusiva, della madre; occorre contrastare detta mentalità e divulgare la consapevolezza che nella crescita e nell’educazione di un bambino vi sono corresponsabilità legate a diversi soggetti: entrambi i genitori, le istituzioni e le comunità connesse. Io, in quanto madre e donna in carriera, non nascondo le numerose difficoltà incontrare nella conciliazione vita familiare –lavoro per cui, posso immaginare lo stato d’animo di tutte quelle neo mamme che per un’incapacità organizzativa dell’amministrazione locale, si sono ritrovate costrette a rinunciare al rientro sul posto di lavoro.” così ha commentato Shana, co-portavoce di Coalizione Civica, madre di quattro figli e imprenditrice.



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