Dalla parte degli oppressi

Dalla parte degli oppressi

L’assedio della striscia di Gaza prosegue, Netanyahu dice che l’esercito sta per passare all’offensiva di terra mentre le bombe continuano a cadere sui civili. Ma nessuno parla di alcuni dei responsabili di tutto questo (estrema destra israeliana). Dell’impreparazione dell’esercito, del Mossad e dello Shin Bet. Prendo posizione sul sempre più intenso e drammatico conflitto in corso in Israele attorno alla striscia di Gaza, scaturito dall’assalto terroristico di Hamas e amplificato dalla violentissima reazione israeliana.

Una vicenda che, richiamando le parole del Cassero di Bologna, “nasce dall’occupazione coloniale della Palestina storica da parte di Israele, continuata in forma violenta e inesorabile, costringendo la popolazione palestinese in un vero e proprio regime di apartheid”.

La parola designata è “Nakba”, termine arabo per “disastro” usato dalla popolazione araba palestinese “riferisce al proprio esodo, espulsa forzosamente dai propri territori nel 1948, a seguito della fondazione dello Stato di Israele: più della metà della popolazione palestinese sradicata dalla propria terra di origine, 531 villaggi rasi al suolo dall’esercito sionista”.

Una posizione che non giustifica le violenze di quello che Ilan Pappè ha definito un genocidio incrementale, amplificato da ogni mossa.
A ogni modo: “nel confronto tra chi opprime e chi viene oppresso, noi saremo sempre dalla parte dell’oppresso”.

“non possiamo che provare angoscia di fronte a una narrazione dominante, a senso unico, che imbratta di sé ogni media; una narrazione prepotentemente coloniale, in cui tutti i ruoli sono stati già scritti e assegnati, in cui la retorica della difesa da parte dello Stato di Israele rimane l’unica verità possibile e dicibile”.

Negli ultimi giorni, il lavoro di Amnesty International ha permesso di mettere insieme prove concrete sull’impiego da parte delle forze armate israeliane di proiettili di artiglieria al fosforo bianco. I resti dei proiettili sono stati trovati in aree civili di Gaza, una delle zone più densate popolate del pianeta, va ricordato, e sono testimonianze di quelli che possono essere considerati attacchi illegali indiscriminati. E crudeli: in ambito bellico, il fosforo bianco viene impiegato per creare coperture fumogene e per marcature di bersagli. Questa sostanza incendiaria arriva a combustione a temperature estremamente elevate, una volta esposto all’aria, e può continuare a bruciare all’interno della carne, provocando dolori intensi e lesioni difficili da curare. E non può essere spento con l’acqua.

L’impiego di un’arma simile non è accettabile. Così come non sono accettabili forme di terrorismo, di nessun tipo. Questo va rimarcato, così come va rimarcato il dolore per tutte le vittime del conflitto. Senza però scordarci le differenze tra oppressori e oppressi.

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