
“I Viaggi della Memoria non sono propaganda. Offensive le parole della Ministra Roccella”
De Lucia (Coalizione Civica): «Delegittimare un modello nazionale di educazione civile è un messaggio pericoloso. La Shoah non è militanza ideologica, ma verità storica»
Dario De Lucia, consigliere comunale di Coalizione Civica, risponde duramente alle parole della Ministra Roccella sui Viaggi della Memoria ad Auschwitz, definendole offensive e pericolose.
«Ridurre i Viaggi della Memoria a un’operazione ideologica antifascista – dichiara De Lucia, ex tesoriere di Istoreco e guida dei Viaggi – significa negare la funzione democratica della scuola e delle istituzioni repubblicane».
Auschwitz: luogo della verità storica, non laboratorio politico.
De Lucia, che ha accompagnato per anni studenti reggiani nei luoghi della Shoah, sottolinea: «Auschwitz non è un laboratorio politico. È un luogo della verità storica. Portare migliaia di ragazze e ragazzi a vedere dove l’odio di Stato nazista e fascista si è trasformato in sterminio non è propaganda: è educazione repubblicana e democratica, coerente con la nostra Costituzione».
Un modello civile e formativo.
Il progetto di Istoreco “Il futuro non si cancella” ha coinvolto in oltre 25 anni più di 20.000 studenti di Reggio Emilia e provincia, portandoli ad Auschwitz, Mauthausen, e altri campi. Il Viaggio è un percorso didattico articolato che include incontri formativi, laboratori pre-partenza e un complesso lavoro di rielaborazione al ritorno (diari, mostre, performance).
«I Viaggi della Memoria sono un modello nazionale e una pratica civile riconosciuta», aggiunge De Lucia. «È una comunità educante che coinvolge docenti, famiglie e istituzioni, non un atto militante».
Il pericolo della delegittimazione.
Per De Lucia, le parole della Ministra Roccella rappresentano un messaggio pericoloso: «Insinuare che ricordare la Shoah equivalga a schierarsi contro qualcuno significa tentare di spoliticizzare la storia per renderla innocua. Ma la storia del fascismo e delle leggi razziali del 1938 non è un’opinione, è un fatto. Difendere la verità storica significa garantire anticorpi di conoscenza alle nuove generazioni».
«Reggio Emilia ha costruito un patrimonio civile attraverso i Viaggi della Memoria. Lo Stato dovrebbe prenderlo a modello, non delegittimarlo», conclude.