A Reggio Emilia su 1664 strade solo 50 sono dedicate a donne 

Foto di Andrea Zennaro per Toponomastica Femminile

A Reggio Emilia su 1664 strade solo 50 sono dedicate a donne 

“E poi la nostra meravigliosa toponomastica” cantavano gli Offlaga Disco Pax nel brano “Robespierre” parlando dei nomi delle vie a Reggio Emilia. Su 1664 strade solo 50 sono dedicate a donne. A chiederlo, dopo un’attenta analisi della toponomastica reggiana e i risultati di un’interrogazione, è il gruppo di Coalizione Civiva.
La toponomastica reggiana deve valorizzare maggiormente le donne, gli eroi civici e il pacifismo.

Dario De Lucia con il collega Fabrizio Aguzzoli ha presentato un’interrogazione sul tema partendo dai dati della piattaforma Mapping diversity, sviluppata da Sheldon Studio e voluta da Obc Transeuropa con altri partner dell’European data journalism network.

Questi lavori su trenta città di 17 paesi europei hanno evidenziato come il 91% delle titolazioni riguardino uomini, e l’Italia non fa eccezione. L’Italia ha il 6,6 per cento di vie dedicate a donne: su 24.527 strade sono 1.626, ma se non si contano quelle dedicate alla Madonna, ne rimangono 959.

Reggio Emilia non compare nella ricerca, per questo Coalizione Civica ha chiesto dettagli al Comune tramite l’interrogazione. Che numeri emergono? Attualmente lo stradario del Comune di Reggio Emilia conta attualmente 1664 strade, e di queste 50 sono dedicate a donne (comprese via Madonna della neve, via Madonna di Corticella e Galleria S. Maria) con una percentuale inferiore a quella nazionale. Due recenti intitolazioni, Largo Kobe e Gianna Bryant e la ciclabile Zelina Rossi, non cambiano molto la percentuale.

Emerge invece una fitta presenza di nomi legati a un contesto militare. Sulle 1664 strade, 180 sono dedicate a militari, forze armate, patrioti o combattenti, luoghi di battaglie, nomi che rimandano all’avventura coloniale, date legate alla seconda guerra mondiale. Nel conteggio sono inclusi patrioti militari e combattenti (Garibaldi, per fare l’esempio più noto), il riferimento ai conflitti degli ultimi decenni ma non le titolazioni a partigiani. La percentuale è decisamente più alta di quella femminile, con un 10.18%.

Un quadro che per Dario De Lucia deve cambiare. Di certo aumentare la percentuale di strade e piazze dedicate a figure femminili di rilievo non basterà a sradicare una cultura patriarcale che spesso dimentica le donne. Tuttavia le ricerche come questa e le continue attività di organizzazioni e istituzioni che si dedicano alla toponomastica e provano a immaginare un diverso modello di città, sono un passo in avanti verso uno spazio pubblico più inclusivo, sottolinea.

Il lavoro servirà nell’immediato ma soprattutto in futuro, e sarà “importante soprattutto per le prossime generazioni di donne che, leggendosi e ritrovandosi, saranno forse più pronte a prendere coscienza del loro valore e del ruolo che possono avere nella società”.

Si chiede al Sindaco e alla Giunta a tenere conto di questa disparità e che nelle prossime titolazioni “Si cerchi di valorizzare le figure femminili, le figure civiche che hanno brillato per il loro contributo alla società e per la pace, riducendo il tasso di “militarismo” oggi piuttosto alto. Dovremmo sostenere l’antimilitarismo e il pacifismo, non l’opposto”. 

La foto della copertina è di Andrea Zennaro per Toponomastica Femminile

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